Comunicato stampa in italiano 🇮🇹 [für die deutsche Version siehe unten]

In seguito alla diffusione, anche su testate nazionali, della mozione presentata da Fratelli d’Italia sulla segnaletica correlata al nuovo censimento linguistico, il Gruppo consiliare del Partito Democratico di Merano ritiene necessario intervenire per esprimere la propria posizione in attesa della discussione e votazione in aula. Secondo il gruppo, polemiche di questo genere rischiano di danneggiare l’immagine della città, alimentando divisioni che non rispecchiano lo spirito di convivenza che dovrebbe contraddistinguere la Città di Merano.

Il Gruppo consiliare del PD Merano, rappresentato dal Capogruppo Daniele Di Lucrezia e dal Consigliere Bassamba Diaby, sottolinea che, in assenza di un obbligo normativo, la gestione della segnaletica pubblica deve essere affrontata con equilibrio e buon senso. «Intervenire sull’ordine delle lingue nei nuovi cartelli, su quelli che necessitano di sostituzione per usura o su quelli digitali è un principio di buon senso. Diversamente, pensare di sostituire tutta la segnaletica esistente con risorse pubbliche ci sembra uno spreco ingiustificabile, soprattutto in un momento in cui la nostra città ha altre priorità economiche e sociali più urgenti. Così facendo, inoltre, in una vera ottica di convivenza si avrà una città molto variegata per quanto concerne l’ordine delle lingue, che rispecchia in pieno la peculiarità meranese di essere a cavallo del 50%» spiegano Di Lucrezia e Diaby.

Il gruppo consiliare sottolinea la necessità di promuovere una visione di Merano come comunità coesa e orientata al futuro. «La cittadinanza, soprattutto le nuove generazioni, non si riconosce in dibattiti che creano divisioni identitarie. I giovani vogliono una Merano che punti alla convivenza, al plurilinguismo e a un uso responsabile delle risorse pubbliche, investendo in settori strategici come i servizi, la sostenibilità e il fondamentale tema della casa» dichiara Di Lucrezia.

Il Gruppo consiliare del Partito Democratico ritiene che la proposta avanzata da Fratelli d’Italia sia più orientata a creare consenso politico che a risolvere problemi concreti. «La segnaletica pubblica non deve diventare un campo di battaglia simbolica. La vera identità di Merano non si trova nell’ordine delle lingue sui cartelli, ma nella capacità della sua comunità di collaborare e di guardare avanti insieme» concludono i consiglieri Di Lucrezia e Diaby.

Il Gruppo consiliare sottolinea inoltre che, in seguito all’abrogazione della legge in materia impugnata dal Governo italiano, non esiste più alcun obbligo di legge di modificare tutta la segnaletica esistente in base ai risultati del censimento linguistico – a questo proposito stupisce il fatto che il Sindaco Avvocato abbia parlato alla stampa di esistenza della legge che va applicata senza prima aver eseguito gli opportuni approfondimenti come ogni buon giurista e amministratore pubblico dovrebbe fare. L’abrogazione della legge provinciale del 2012, che prevedeva tale obbligo, conferma che oggi la questione è demandata a decisioni amministrative locali, da affrontare con senso di responsabilità e rispetto per le risorse pubbliche.


Pressemitteilung auf Deutsch 🇩🇪

Nach der Verbreitung, auch in nationalen Medien, des von Fratelli d’Italia vorgelegten Beschlussantrags zur Beschilderung im Zusammenhang mit der neuen Sprachgruppenzählung sieht die Ratsfraktion der Demokratischen Partei Meran die Notwendigkeit, ihre Position vor der anstehenden Diskussion und Abstimmung im Gemeinderat klarzustellen. Die Fraktion ist der Ansicht, dass Kontroversen dieser Art das Image der Stadt schädigen und Spaltungen fördern, die nicht dem Geist des Zusammenlebens entsprechen, der die Stadt Meran auszeichnen sollte.

Die Ratsfraktion der Demokratischen Partei Meran, vertreten durch den Fraktionssprecher Daniele Di Lucrezia und den Gemeinderat Bassamba Diaby, betont, dass in Abwesenheit einer gesetzlichen Verpflichtung der Umgang mit der öffentlichen Beschilderung mit Augenmaß und Vernunft erfolgen muss. «Das Ändern der Sprachreihenfolge auf neuen Schildern, bei Schildern, die aufgrund von Abnutzung ersetzt werden müssen, oder bei digitalen Schildern ist ein Akt des gesunden Menschenverstands. Andernfalls wäre es unserer Meinung nach eine ungerechtfertigte Verschwendung öffentlicher Mittel, die gesamte bestehende Beschilderung zu ersetzen, besonders in einer Zeit, in der unsere Stadt andere dringende wirtschaftliche und soziale Prioritäten hat. Auf diese Weise wird Meran außerdem in einer echten Perspektive des Zusammenlebens eine Stadt mit einer vielfältigen Sprachordnung sein, die die Besonderheit Merans widerspiegelt, sich genau auf der Grenze von 50 % zu befinden» erklären Di Lucrezia und Diaby.

Die Ratsfraktion hebt hervor, dass Meran eine Vision als kohärente und zukunftsorientierte Gemeinschaft fördern muss. «Die Bürgerschaft, insbesondere die jüngeren Generationen, erkennt sich nicht in Debatten wieder, die Identitätsspaltungen schaffen. Die Jugend wünscht sich ein Meran, das auf Zusammenleben, Mehrsprachigkeit und einen verantwortungsvollen Umgang mit öffentlichen Mitteln setzt, wobei in strategische Bereiche wie Dienstleistungen, Nachhaltigkeit und das zentrale Thema Wohnen investiert wird» erklärt Di Lucrezia.

Die Demokratische Partei ist der Meinung, dass der Vorschlag von Fratelli d’Italia eher darauf abzielt, politische Zustimmung zu gewinnen, als konkrete Probleme zu lösen. «Die öffentliche Beschilderung darf kein symbolisches Schlachtfeld werden. Die wahre Identität Merans liegt nicht in der Sprachreihenfolge auf den Schildern, sondern in der Fähigkeit seiner Gemeinschaft, zusammenzuarbeiten und gemeinsam in die Zukunft zu blicken», schließen Di Lucrezia und Diaby.

Darüber hinaus weist die Ratsfraktion darauf hin, dass nach der Aufhebung des vom italienischen Staat angefochtenen Gesetzes keine gesetzliche Verpflichtung mehr besteht, die gesamte bestehende Beschilderung gemäß den Ergebnissen der Sprachgruppenzählung zu ändern. Es verwundert, dass der Bürgermeister als Jurist gegenüber der Presse von einer anzuwendenden Gesetzgebung sprach, ohne zuvor die notwendigen Recherchen durchzuführen, wie es jeder gute Jurist und öffentlicher Verwalter tun sollte. Die Aufhebung des Landesgesetzes von 2012, das diese Verpflichtung vorsah, bestätigt, dass diese Angelegenheit heute lokalen Verwaltungsentscheidungen überlassen bleibt, die mit Verantwortungsbewusstsein und Respekt für öffentliche Ressourcen zu treffen sind.