Sottoscrittori: Daniele Di Lucrezia (proponente – PD), Lukas Gioga (presidente Commissione speciale – Sinistra Ecosociale), Reinhard Anton Bauer (SVP), Julia Dalsant (Verdi), Antonio Fraschetti (Gruppo misto), Sabine Kiem (Team K), Martin Kirchler (Enzian), Walter Taranto (La Civica per Merano), Dhurata Tusha (Alleanza per Merano), Paola Zampieri (Fratelli d’Italia)

Data di trattazione: 21 gennaio 2025

Esito votazione: APPROVATA all’unanimità • 33/36 presenti – 33 favorevoli


Si constata che le consigliere e i consiglieri comunali Daniele Di Lucrezia, Lukas Gioga, Reinhard Anton Bauer, Julia Dalsant, Antonio Fraschetti, Sabine Kiem, Martin Kirchler, Walter Taranto, Dhurata Tusha, Paola Zampieri membri della commissione speciale “Osservatorio sui fenomeni di divisione sociale, violenza o discriminazione di sfondo razziale o di genere, verbale o fisica” hanno presentato la proposta di deliberazione in oggetto ai sensi dell’art. 23 del Regolamento interno del Consiglio comunale.

Il Comune di Merano, da sempre impegnato nella lotta contro la violenza di genere, ha istituito nel novembre 2012 la Rete contro la violenza di genere, coordinata dall’Assessorato alle Pari opportunità. La Rete, composta da rappresentanti del Centro antiviolenza, dei Consultori familiari, dell’Area sociale, del P.S., delle FF.OO., della Procura della Repubblica, del Centro pedagogico e di varie associazioni, si riunisce con regolarità e ha attivato numerose iniziative per sensibilizzare, monitorare e contrastare la violenza di genere.

Tra le azioni promosse si annoverano: la fiaccolata annuale del 25 novembre per sensibilizzare la comunità; percorsi di formazione biennali sulla violenza di genere, con la prossima edizione prevista per la primavera 2025; e un sistema di monitoraggio quinquennale della violenza a Merano, che si avvale di questionari dedicati e di cui l’ultima analisi è stata presentata il 03.12.2024.

La Rete ha inoltre sviluppato campagne informative e di sensibilizzazione, come la campagna contro la violenza sessuale del 2022, che attraverso 16 adesivi ha affrontato stereotipi e informato chi subisce violenza, e la campagna contro la violenza psicologica del 2023, con 5 cartoline che evidenziano la forma di violenza più diffusa e spesso meno riconosciuta. Tra le azioni più recenti figura anche la distribuzione di info-card con i recapiti dei servizi cittadini, rivista nel 2023 e ristampata nel 2024.

Negli anni passati, la Rete ha promosso altre iniziative significative, tra cui la campagna “Io ci metto la faccia”, che ha coinvolto 49 uomini meranesi per testimoniare l’impegno contro la violenza di genere e la realizzazione nel 2023 di un francobollo commemorativo con annullo postale.

Grazie a questo lavoro, il Comune di Merano ha creato una collaborazione stabile tra istituzioni, servizi e cittadinanza attiva, impegnandosi costantemente a costruire una comunità più consapevole, solidale e determinata a contrastare ogni forma di violenza di genere.

In conformità con i principi costituzionali, le normative vigenti, le risoluzioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul) nonché le risoluzioni e i programmi dell’Unione Europea, il Comune di Merano riconosce che ogni forma e grado di violenza contro le donne costituisce una grave violazione dei diritti umani, della dignità personale, della libertà individuale e della sicurezza, e la condanna fermamente. Tale violenza rappresenta, inoltre, un’ingiustificabile lesione dell’integrità fisica e psichica delle vittime e una limitazione sostanziale al diritto a una cittadinanza piena e paritaria.

Alla luce di questi principi e tenuto conto dell’allarmante persistenza del fenomeno a livello locale, nazionale e internazionale, le consigliere e i consiglieri della Commissione consiliare speciale “Osservatorio sui fenomeni di divisione sociale, violenza o discriminazione di sfondo razziale o di genere, verbale o fisica” ritengono necessario rafforzare l’impegno del Comune di Merano attraverso un’azione concreta, simbolica e giuridica.

In tale ottica, in attesa dell’inserimento formale della tematica della lotta alla violenza di genere all’interno dello Statuto comunale, quale simbolo concreto di adesione ai principi fondanti del rispetto dei diritti umani e di impegno attivo nel contrasto a tutte le forme di discriminazione e abuso, si ritiene opportuno compiere un passo significativo attraverso una delibera interpretativa dello Statuto, volta a conferire rilevanza e applicabilità immediata a tali principi.

Tale scelta si fonda anche sul riconoscimento del ruolo chiave che le amministrazioni locali possono svolgere nella promozione di una cultura della parità e della non violenza, nonché nella creazione di reti territoriali di supporto alle vittime, in collaborazione con enti pubblici, associazioni, centri antiviolenza e altri soggetti coinvolti. L’inserimento della tematica nello Statuto comunale permetterà di formalizzare questo impegno e di attribuire al Comune strumenti concreti, come la possibilità di costituirsi parte civile nei procedimenti penali per reati di genere, al fine di offrire supporto tangibile alle vittime e di contribuire alla prevenzione e al contrasto della violenza.

Negli ultimi tempi il fenomeno della violenza contro le donne è emerso con sempre maggiore forza, diventando un tema di cruciale rilevanza sociale e istituzionale. Questa tendenza dimostra come la violenza di genere, pur assumendo forme diverse, continui a rappresentare una minaccia significativa, in particolare nell’ambito domestico. Tali dati sottolineano la necessità di azioni coordinate e incisive per prevenire e contrastare ogni forma di violenza, con un impegno diretto delle amministrazioni locali, come il Comune di Merano, nell’integrare misure strutturali e innovative all’interno delle proprie politiche.

Per quanto riguarda l’aspetto legislativo, nell’ordinamento provinciale la legge provinciale 9 dicembre 2021, n. 13 si occupa degli interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e di sostegno alle donne e ai loro figli e figlie. Tale legge all’art. 3, lett. l) prevede espressamente la facoltà di costituirsi parte civile nei procedimenti penali per femminicidio, maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenza sessuale, stalking e altri atti di violenza contro le donne, devolvendo l’eventuale risarcimento a progetti di prevenzione della violenza contro le donne.

Sempre sul versante legislativo, per quanto riguarda i comuni ancora non vi è una legge che preveda espressamente tale facoltà.

Sul versante giurisprudenziale, invece, è stata ribadita più volte la legittimazione del Comune a costituirsi parte civile in procedimenti penali riguardanti atti di violenza sulle donne e/o minori e più precisamente:

Il Tribunale di Palermo in data 11.01.2001 in un processo riguardante la violenza sessuale su bambini ha ritenuto la legittimazione alla costituzione di parte civile del Comune di Palermo dal momento che la stessa è “fondata sia sulla qualità di ente esponenziale degli interessi della collettività, tra i quali il sentimento del pudore tutelato dall’art. 528 c.p., sia sulla qualità di ente istituzionalmente preposto (ex lege reg. 9 maggio 1986 n.22) alla tutela dell’infanzia. La legittimazione del Comune, infatti, si fonda sia sul fatto che lo stesso ha affrontato spese per le attività socioassistenziali che si sono rese indispensabili proprio in conseguenza dei fatti di violenza, sia sul danno all’immagine subito dalla città (…) in conseguenza della vasta eco e diffusione nei mass-media delle vicende di rilievo penale oggetto di risarcimento”.

Ed ancora, il Tribunale di Pordenone, con ordinanza del 03.05.2010 ha ammesso la costituzione di parte civile della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, della Provincia di Pordenone nel procedimento per omicidio di una ragazza musulmana uccisa a causa della frequentazione – non approvata dal padre – della donna con un ragazzo italiano; la Cassazione penale, sez. III, n. 22539 del 10.06.2002, riguardo alla legittimazione ad agire e costituirsi parte civile degli enti pubblici ha statuito che: “La legittimazione ad agire, che è attribuita allo Stato ed agli enti minori, (…) trova fondamento nella loro funzione a tutela della collettività e delle comunità nel proprio ambito territoriale e degli interessi all’equilibrio ecologico, biologico e sociologico del territorio che ad essi fanno capo”.

Ed ancora, la Cassazione penale sez. III, n. 38835 del 15.10.2008, ha ritenuto ammissibile la costituzione di parte civile del Comune (nella specie, quello di Roma) in un procedimento per violenza sessuale. In tale caso, la Corte, richiamata la giurisprudenza di legittimità che ritiene che: “In tema di legittimazione di persone giuridiche ed enti a costituirsi parte civile, (…) quando l’interesse generico e diffuso alla tutela di un bene giuridico non sia astrattamente configurato, ma si concreta in una determinata realtà storica, diventando ragion d’essere e, perciò, elemento costitutivo di un sodalizio, è ammissibile la sua costituzione di parte civile, sempre che dal reato sia derivata una lesione di un diritto soggettivo inerente allo scopo specifico perseguito”, ammette la costituzione di parte civile del Comune sulla scorta della considerazione seguente: “(…) anche per la prevenzione e la repressione delle violazioni delle norme poste a tutela della libertà di determinazione della donna è configurabile in capo al Comune (che, rispetto al territorio in cui il fatto è commesso, ha una stabile relazione funzionale ed ha inserito tale tutela tra i propri scopi, primari e autonomi) la titolarità di un diritto soggettivo e di un danno risarcibile, individuabile in ogni lesione del diritto stesso, sicché esso è legittimato alla costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni morali e materiali relativi all’offesa, diretta e immediata dello scopo sociale”.

Nella fattispecie concreta la Cassazione ha verificato che tra gli scopi primari ed autonomi del Comune di Roma, secondo lo Statuto adottato, vi fosse la promozione dello sviluppo economico, sociale e culturale della comunità locale con particolare riferimento alla condizione giovanile e femminile. Come riscontrabile peraltro dallo Statuto del Comune di Merano.

La Cassazione ha dunque verificato che vi fosse una previsione statutaria di impegno per le pari opportunità e contro la violenza di genere. Ha verificato inoltre come il Comune abbia normativamente trasformato interessi generici e diffusi dei cittadini rappresentati in propri interessi specifici e in oggetto peculiare delle proprie attribuzioni e dei suoi compiti istituzionali, donde la configurabilità in capo ad esso di un interesse concreto alla salvaguardia di una situazione storicamente circostanziata divenuta suo scopo primario ed elemento costitutivo.

Quindi, secondo la Cassazione, gli abusi sessuali e la violenza di genere “ledono non solo la libertà morale e l’integrità fisica della donna, ma anche il concreto interesse del Comune di preservare il territorio da tali deteriori fenomeni avendo lo stesso posto la tutela di quel bene giuridico come proprio obiettivo primario”.

Visto pertanto lo Statuto del Comune di Merano, che all’art. 1, comma 1 richiama i principi fissati dalla Costituzione nonché prevede che il Comune promuova “il costante sviluppo civile, culturale (…)”; all’art. 2, comma 1 prevede che il Comune operi “riconoscendo alle stesse (le proprie componenti) pari dignità”; all’art. 2, comma 2 recita “Il Comune riconosce a tutte le persone il diritto inalienabile alla vita, salvaguarda il principio della pari dignità tra ogni donna e ogni uomo e garantisce il rispetto dei principi di eguaglianza e libertà, per il completo sviluppo della persona umana, rimuovendo le condizioni di disagio sociale e individuale delle persone più deboli, emarginate o indifese”.

Ciò premesso, la Commissione consiliare speciale “Osservatorio sui fenomeni di divisione sociale, violenza o discriminazione di sfondo razziale o di genere, verbale o fisica” nell’ambito della sua attività ha ritenuto opportuno compiere un passo significativo attraverso una delibera interpretativa dello Statuto, volta a conferire rilevanza e applicabilità immediata ai principi in esso contenuti del rispetto dei diritti umani e di impegno attivo nel contrasto a tutte le forme discriminatorie e di abuso.

I/Le consiglieri/e comunali Di Lucrezia Daniele (proponente), Gioga Lukas (presidente della commissione), Bauer Reinhard Anton, Dalsant Julia, Fraschetti Antonio, Kiem Sabine, Kirchler Martin, Taranto Walter, Tusha Dhurata (vicepresidente della commissione) e Zampieri Paola, componenti della suddetta commissione ai sensi dell’art. 52, comma 2, del codice degli enti locali della Regione Autonoma Trentino Alto Adige in esercizio del diritto di iniziativa hanno presentato la presente deliberazione di interpretazione autentica dello Statuto.

Il Consiglio comunale ritiene di volere dare il suo contributo per rafforzare l’impegno del Comune di Merano nella lotta contro la violenza di genere attraverso la presente delibera di interpretazione autentica dello Statuto comunale in modo da riconoscere formalmente la legittimazione del Comune di Merano a costituirsi parte civile nei procedimenti penali per reati di genere e ribadendo in tal modo la centralità della tutela dei diritti umani, della parità di genere e della lotta a ogni forma di discriminazione quale obiettivo prioritario dell’amministrazione comunale.

Ciò premesso e presa visione dei pareri favorevoli quale parte integrante della presente delibera con impronta digitale ZW+Xoc0Q3wEB3/DmTO2JlFUZ3J/1AcME4/rU/cKrUyM= e per quanto riguarda la regolarità tecnica e contabile della presente proposta di delibera, espressi da parte degli impiegati o delle impiegate competenti, ai sensi degli artt. 185 e 187 del Codice degli enti locali della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, approvato con legge regionale del 3 maggio 2018, n. 2,

IL CONSIGLIO COMUNALE

delibera

  1. Tenuto conto degli articoli 1 e 2 dello Statuto comunale ed alla luce del contesto sociale e delle evoluzioni normative e giurisprudenziali, con particolare riferimento alla legge provinciale 9 dicembre 2021, n. 13 di riconoscere al Comune di Merano la facoltà di costituirsi parte civile nei procedimenti penali per femminicidio, maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenza sessuale, stalking e altri atti di violenza di genere, devolvendo l’eventuale risarcimento a progetti di prevenzione della violenza di genere;
  2. Di dare atto che ogni cittadino e ogni cittadina, ai sensi dell’art. 183, comma 5 del Codice degli enti locali della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige l.r. n. 2/2018, può presentare alla Giunta comunale opposizione alla presente deliberazione entro il periodo della sua pubblicazione, ed ogni interessato o interessata presentare ricorso al Tribunale regionale di giustizia amministrativa per la Regione Trentino-Alto Adige, Sezione autonoma di Bolzano, entro 60 giorni dall’esecutività della stessa. Se la deliberazione interessa l’affidamento di lavori pubblici, il termine di ricorso, ai sensi dell’art. 120, comma 5, d.lgs. 2-7-2010, n. 104, è ridotto a 30 giorni dalla conoscenza dell’atto.